Cosa sono le vene varicose?
Le vene varicose sono condizione patologica molto comune, che rigurda quasi una persona su due oltre i cinquant’anni di età, con una prevalenza per il genere femminile. Sono spesso accompagnate da sintomi come dolore, sensazione di affaticamento e pesantezza e gonfiore alle gambe, sintomi che tendono a peggiorare con il passare del tempo. Le varici sono espressione di una condizione chiamata Insufficienza venosa cronica (IVC) e possono anche degenerare e provocare problemi ben più gravi come trombosi, tromboflebiti e ulcere. Per curare chirurgicamente le vene varicose esistono molte tecniche: le più moderne e meno invasive per il paziente sono quelle endovascolari, che prevedono l’inserimento di piccoli cateteri per obliterare con il calore le vene malate.
Le vene varicose hanno una componente ereditaria?
Le varici sono una patologia cronica a eziologia multifattoriale, cioè sono diverse le cause responsabili della loro comparsa. L’ereditarietà svolge un ruolo importante nella genesi di tale patologia ma non è automatico che chi ha padre o madre affetto da varici le sviluppi. Vi sono però buone probabilità che questa persona sviluppi la patologia varicosa.
Esporsi al sole per molto tempo può essere dannoso?
In linea di massima non è il sole a fare male alle vene bensì il caldo. L’esposizione prolungata al sole e soprattutto al caldo causa una vasodilatazione fisiologica che non fa bene a chi soffre di varici. Quindi non è certo una pratica da incoraggiare. Questo però non vuole dire che non si possa andare al mare. Anzi!! Basta avere piccoli accorgimenti: sfruttare le ore meno calde, evitare di stare sotto l’ombrellone all’ombra ma magari con 40 gradi, stare il più possibile con le gambe in acqua al fresco e fare belle passeggiate con l’acqua alle caviglie o ai polpacci.
Quali sono le attività sportive consigliate per prevenire la comparsa di problemi venosi?
Il movimento è sicuramente da incentivare soprattutto in chi già soffre di patologia varicosa. Il nemico numero uno in questi casi è infatti la stasi in posizione eretta. Ci sono sport che tuttavia sarebbero da evitare come la corsa, il tennis, la pallacanestro cioè tutti quegli sport che comportano un appoggio traumatico sugli arti inferiori perché accade quello che gli anglosassoni chiamano water hammer ovvero martello ad acqua. Le forti spinte pressorie nel breve tempo sulle pareti indebolite non fanno altro che peggiorare una vena che già non funziona al meglio.
Da consigliare sono invece attività fisiologiche come la camminata perché attivano correttamente la spugna venosa plantare che abbiamo sotto i piedi o qualsiasi attività in acqua dove la pressione atmosferica è minore. Il miglior sport per un paziente flebopatico è quindi il nuoto, che unisce ai benefici dell’acqua la posizione distesa, quindi meno traumatica per le gambe.
Quanto influisce il fumo nel decorso della patologia?
Il fumo è un fattore negativo anche per chi soffre di varici o per chi è predisposto alla patologia. Non ne è la causa preminente ma contribuisce sicuramente all’insorgenza e/o al peggioramento della patologia.
La pillola e/o le terapie ormonali influiscono sulla malattia varicosa?
L’assunzione di pillola anticoncezionale per quanto di basso dosaggio sia può comunque influire sulla patologia venosa aumentando del rischio di sviluppare complicanze come la trombosi o peggiorando un quadro clinico già sintomatologico. Può anche causare un aumento dell’espressione dei capillari dovuta all’ipertensione del microcircolo che si viene a creare per aumento della ritenzione idrica. Tutto questo non accade sempre e con la stessa gravità quando si assume la pillola. È opportuno valutare con il proprio ginecologo l’opportunità di una terapia di questo tipo anche in base al grado dell’eventuale insufficienza venosa concomitante.
Esistono terapie alternative alla chirurgia?
L’unica terapia per le varici è, ad oggi, la chirurgia. Le tecniche di intervento si sono radicalmente modificate nel tempo assumendo connotazioni più conservative del patrimonio venoso e mininvasive. Questo per il paziente significa minori perdite ematiche, minor dolore, un decorso postoperatorio più rapido ed un miglior risultato estetico.
L’unico mezzo non chirurgico per il trattamento conservativo delle varici è la contenzione con calza elastica terapeutica da indossare tutti i giorni. Tale presidio comunque non è una cura del problema ma un mezzo per trattare i sintomi e ridurre il rischio di complicanze.
Se non opero le varici cosa può succedere?
La patologia venosa è una patologia cronica ed evolutiva quindi la sua storia naturale è in senso peggiorativo con la possibilità di sviluppare le complicanze. Se il paziente decide di non operarsi nonostante il consiglio medico potrebbe anche non avere di queste complicanze ma si tratta solamente di fortuna. Si può ricorrere alla terapia compressiva come strumento per attenuare l’emergere della patologia, ma non è certo una cura di tipo risolutivo.
Quando tolgo una vena dove passa il sangue?
Le vene che danno origine alle varici e che vengono operate fanno parte del sistema venoso superficiale. La vena varicosa è una vena ammalata e svolge il suo lavoro male o non lo svolge del tutto. Il carico di lavoro viene già svolto da altre vene sane e funzionanti. Avere una safena non funzionante può creare dei grossi problemi quindi è meglio intervenire per eliminarla permettendo quindi ad altre vene sane di svolgere il suo lavoro.
Cosa sono i capillari? sono pericolosi?
I capillari o telengiectasie sono l’espressione di un aumento della pressione a livello del microcircolo. Diversi sono i fattori che ne causano la comparsa. Tra questi un ruolo preponderante viene svolto dalla predisposizione individuale o familiare. Accanto a questo possono esserci fattori concomitanti come la ritenzione idrica, la cellulite, l’aumento del peso corporeo, il fumo ecc.
Di per sé il capillare non costituisce un pericolo. Può essere però il primo segno di una concomitante insufficienza venosa. Se con l’esecuzione di un Ecocolordoppler non dovessero emergere problematiche particolari associate, i capillari possono essere trattati con iniezioni sclerosanti o con il laser a livello ambulatoriale.